domenica 27 luglio 2008

rifugi


Mentre aspettavo la primavera presi degli appunti
l’animo respirava rallegrato
osservavo il mio corpo proteso nella dolce azione di uno schizzo di penna
e allora sognavo le creste dei monti
vedevo la nebbia dei mattini
il vento freddo che annaffia la pelle nuda
l’andata o il ritorno di un lume di bicicletta nella notte
i vecchi scarponi
e l’Argentina
la magrezza solitaria di passi
unici e presenti
senza voltare le spalle
al domani

Ad un tratto tutto svanì
tornai lì
mi accorsi che mi stavano guardando
consumate dagli anni
un po’curve
spoglie
portavano i nomi di giovani marinai delle scuole
delle tenerezze dei primi baci
dei gatti e del loro piscio
attente ascoltatrici di parole non dette
di fugaci passi degli uomini
due panchine

Chiusi il taccuino
l’inseparabile sigaretta aveva terminato il suo compito
mi alzai lentamente
pensai a un approdo
pensai al termine semplificazione
era lì che mi avevano condotto
ridotte erano le cose le azioni le compagnie le parole i desideri
e le poche rimaste erano più profonde
forse lasciavano dei segni
forse avevano una direzione
forse davano un senso a quello che in un senso improprio poteva dirsi
adesso

paul

Nessun commento: